sabato 16 marzo 2013

Gangster squad







Per filo e per segno  :Recensione 


Gangster squad

Gangster squad non è un gran film, però è il classico film d’azione con molte scene violente ( a volte quanto esagerate!!), ambientazione perfetta e un cast di spessore.
Subito qualche cenno sulla trama che si richiama a  fatti realmente accaduti : siamo a Los Angeles alla fine degli anni 40. Mickey Cohen, un gangster pazzo e paranoico (Sean Penn inguardabile  per il trucco che lo trasforma in una maschera di perversione e crudeltà) vuole impadronirsi della città.



Corrotti i vertici della polizia, corrotti i politici, corrotto il sistema  rimane solo un pugno di poliziotti (certamente non  i migliori e i più rispettosi delle regole perché, come dice le moglie di O’Mara, per fare certi lavori non ci vogliono i primi della classe..).



Questi sono  sorretti soltanto  dall’intuizione del capo Bill Parker (Nick Nolte…quanto appesantito!!!) e dalla caparbietà di John O’Mara (un bravo Josh Brolin con il suo viso tutto spigoli, il raro sorriso, forse un po’ troppo Superman), ex soldato sempre pronto a menare le mani, sfondare le porte, sparare…se la causa è giusta.






Nel gruppo dei sei sono presenti l’elegante e disinvolto Jerry Wooters (Ryan Gosling, il giovane di belle speranze, autentico nome nuovo  del cinema  americano: veramente una promessa mantenuta…) ,Conway Keeler (Giovanni Ribisi che riesce sempre a descrivere personaggi diversi, con estrema abilità) buon padre di famiglia, esperto in tecnologie sofisticate.


















Accanto a loro due figure femminili classiche Connie O’Mara,(Mireille Enos)  la moglie bellina, decisa, in più incinta e Grace Faraday ( Emma Stone) la  seducente“pupa” del gangster, con unghie perfettamente laccate e abiti sexy,che si innamora, pericolosamente, del bel   poliziotto.
E più non si dice….





Certo la storia di  un gruppo scombinato contro tutti  richiama il bellissimo  Gli Intoccabili di Brian De Palma.
Qui, però, non  appaiono Sean Connery, Kevin Costner, Andy Garcia e Robert De Niro..e i costumi, di Mary Zophres, pur se simili a quelli sciolti, raffinatissimi di Armani…insomma… che cosa vogliamo dire??? 




Che la differenza si vede? Sicuramente si, ma non è poi così grave. Perché sia Gosling, che Brolin e  Ribisi  portano il cappello floscio con disinvoltura, anche mentre, sigaretta pendente in bocca, compiono le azioni più spericolate.
La regia di Ruben Fleischer appare caotica e rende difficile seguire un senso logico: a volte ci troviamo in un night, altre volte a Chinatown, altre ancora in un albergo a ore, che però è anche un rifugio dove avvengono orribili omicidi..senza soluzione di continuità



La scena finale più che  una operazione di polizia ricorda lo sbarco in Normandia, però gli effetti speciali sono tanti e, per chi ama questo genere, il film ha una grana accattivante, che può prendere allo stomaco.
Insomma  per passare un paio di ore, può andare…..ma non più di questo.    
                                                        paola

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