giovedì 21 novembre 2013

Il melograno



Questa stagione piena di colori caldi, che sembrano ridarci un po' del sole che se ne sta nascosto tra le nuvole, ci offre, fra le altre cose, il melograno. Utilizzato non solo come frutto da mangiare, ma anche come decorazione autunnale, è simbolo di fecondità e portafortuna.

Il nome "melograno" deriva dal latino malum ("mela") e granatum ("con semi"). La stessa origine è riconosciuta anche in altre lingue come in Inglese "Pomegranate", ed in Tedesco "Granatapfel" (mela coi semi). In Inglese antico era noto con il nome di "apple of Grenada" (mela di Granada); la città spagnola di Granada ha infatti nello stemma un frutto di melograno.

Il melograno per la sua particolarità, nel tempo ha assunto molti significati. Nella simbologia ebraica è simbolo di onestà e correttezza, dato che il suo frutto conterrebbe 613 semi, come le 613 prescrizioni scritte nella Torah (365 divieti e 248 obblighi), osservando le quali si ha certezza di tenere un comportamento saggio ed equo. Alcuni studiosi di teologia ebraica hanno supposto che il frutto dell'Albero della vita del "Giardino dell'Eden" fosse da intendersi in realtà come una melagrana. In Grecia, quando si acquista una nuova casa, si usa mettere quale primo dono un frutto di melograno come simbolo di abbondanza, fertilità e buona fortuna.
Il tema della fertilità associata al Melograno ricorre  nella cultura turca, dove le spose per tradizione gettano a terra un frutto, provocandone l’apertura e contando i semi fuoriusciti: tale numero corrisponde al numero dei figli che la donna avrà. In india, invece, il succo di Melograno viene consigliato alle donne sterili che – bevendolo – propiziano la fertilità, mentre in Dalmazia gli sposi piantano un Melograno in giardino come simbolo di fertilità della coppia.






Ma la simbologia legata al Melograno ha radici ancor più antiche, considerando che la si trova raffigurata in diverse opere egizie, greche e romane. Nell’antico Egitto il Melograno veniva utilizzato nelle cerimonie funebri a simboleggiare il nutrimento per i morti, mentre in Grecia veniva spesso raffigurato in mano alle divinità come frutto sacro.
Nella tradizione cristiana, poi, il Melograno viene associato al sangue di Cristo e dei martiri. Una leggenda vuole che un apostolo avesse raccolto i sassi bagnati del sangue di Cristo sulla via del Calvario per metterli poi in un sacchetto. Alla sera i sassi erano spariti ed al loro posto era comparso un Melograno.








Poche piante possono vantare un numero di miti e leggende simile a quello che si può associare al
Melograno. Raffigurato fin dal terzo millennio Avanti Cristo in numerose tombe egizie questo
splendido arbusto attraversa praticamente tutte le culture del Mondo Antico, comparendo in riti,
racconti, simboli, sogni e tradizioni spesso legati alla sensualità.
Pianta antichissima (risalente al Pliocene) e originaria dell’Asia centro-occidentale (cresce
spontanea in Afghanistan e in Iran) il Melograno ha sempre affascinato l’uomo fin dall’antichità:
frutti autentici per il “viaggio” di Ramsete IV trovati nella sua camera sepolcrale, pianta sacra e
afrodisiaca per i Fenici il Melograno compare spesso anche nel Vecchio Testamento (soprattutto nel
Cantico dei Cantici) e secondo alcune tradizioni sarebbe addirittura una melagrana il pomo offerto
da Eva ad Adamo così come sarebbe una melagrana il Pomo della discordia secondo alcuni studiosi
della mitologia degli antichi Greci che credevano anche, quest’ultimi, che a piantare il Melograno
nell’isola di Cipro fosse stata nientemeno che Afrodite.
È una pianta che si fa voler bene per i suoi molteplici usi. Inevitabilmente assume significati
simbolici importanti.
Il fiore, il frutto e i numerosi semi sono quasi sempre associati, in tutte le antiche civiltà, alla
fertilità e alla fecondità.
È certamente conosciuta dagli Ebrei: nella Bibbia il Cantico dei Cantici descrive la sposa amata e la
fecondità della Terra Promessa attraverso la metafora della melagrana; lo stesso nella cultura
orientale: in Cina quanto in Vietnam, come simbolo della nascita di nuove generazioni, si parla di
una legenda secondo cui "una melagrana si aprirà e da essa usciranno cento bambini".
Nell'Antico Egitto invece si utilizzavano i frutti anche nelle cerimonie funebri, tanto che appaiono
testimonianze nelle pitture all'interno di tombe risalenti a 2500 anni fa, compresa la tomba del
potente faraone Ramses IV.
Nella mitologia greca la melagrana è il "cibo dei morti" e Kore, figlia di Demetra, Dea
dell'agricoltura, fu condannata a divenire la custode dell'Oltretomba, con il nome di Persefone, per
averne mangiato alcuni grani.
Ne emerge quindi un significato di dualità: fertilità, fratellanza e unità (simboleggiata dai tanti
chicchi racchiusi in un unico frutto) ma anche simbolo di ombra e di morte.
Nel "linguaggio dei fiori" comunque prevale il significato positivo, di abbondanza e di amore
ardente per il colore acceso delle infiorescenza. Ancora oggi, in alcune culture dell'est Europa, la
tradizione vuole che il novello sposo trasferisca un melograno dal giardino del suocero nel suo
come augurio di prole numerosa; le spose turche invece scagliano a terra un frutto maturo al termine
della cerimonia e il numero di grani fuoriusciti indicherà quanti saranno i loro figli.
Era, la regina degli dei , nella sua accezione di dea madre, Afrodite, che secondo la leggenda aveva
piantato per la prima volta l'albero nell'isola di Cipro a lei sacra. Demetra dea della fecondità della
terra. Come simbolo di abbondanza e di fertilità compare in un gran numero di rappresentazioni
delle dee citate come ex voto in numerosi santuari, soprattutto dell'Italia meridionale e della Sicilia.
Il frutto era rappresentato in mano alla statua dell'Era di Argo e come attributo della cosiddetta Dea
del melograno, scultura arcaica di una divinità femminile. Piccole melegrane di terracotta erano
collocate nelle sepolture nell'area della Magna Grecia.
La pianta era nata secondo alcune tradizioni dal sangue di Dioniso. Ma il più antico mito della
Grecia che lo riguarda è quello che lo associa ad Orione, che era la più grande e luminosa
costellazione e che si diceva fosse un’enorme (figura gigantesca), figlio della terra e famosissimo
per la sua bellezza. Si narra che avesse sposato Side, ma che non fosse stato fortunato nella scelta,
poiché lei era così vanitosa da credere di essere più bella anche di Era, la dea per questo la punì
scaraventandola nell’Ade, ove si trasformò in melograno. Durante le feste in onore della dea
Demetra, le ateniesi mangiavano i semi luccicanti del frutto per conquistare la fertilità e la
prosperità, mentre i sacerdoti erano incoronati con rami di melograno, ma non potevano mangiarne
il frutto in quanto, come simbolo di fertilità, aveva la proprietà di far scendere l’anima nella carne.

 

Ricco di potassio, minerale con effetto diuretico, ha un effetto drenante, e quindi detossinante, per il nostro organismo. Negli ultimi anni, l'attenzione è stata puntata sull'acido ellagico (presente anche nei frutti di bosco): secondo l’Istituto del Cancro della Università della Sud Carolina, sembra che questa sostanza induca la morte delle cellule cancerose, soprattutto di quelle al  seno. Un ottimo aiuto contro lo stress ossidativo, dunque, dalle proprietà anti-invecchiamento e anti tumorali. Merito anche dell'alta percentuale di polifenoli in esso contenuti, preziosi per contrastare l'aterosclerosi e le malattie cardiovascolari. Una nuova ricerca giapponese sembra aggiungere altre benefiche proprietà a questo frutto.  



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