mercoledì 27 agosto 2014

Tra i cori angelici

Non vorrei apparire irrispettosa né tirare in ballo la tavola smeraldina; mi limiterò a citare un detto molto comune : Tutto il  mondo è paese,nel senso che le gerarchie che caratterizzano più o meno palesemente il mondo dei comuni mortali, esistono anche in alto, molto in alto, lassù tra i cori angelici.




Sono tre le gerarchie e prendono il nome anche di sfere o triadi di angeli :

Prima gerarchia: serafini,cherubini e troni
Seconda gerarchia: dominazioni, virtù e potestà
Terza gerarchia: principati, arcangeli e angeli

A quanto pare però lassù, a differenza di quanto succede quaggiù, le gerarchie fanno molto sul serio e ciascuno ha un incarico specifico da svolgere, a volte anche più d'uno. Prendiamo ad esempio l'arcangelo Michele :



 E' principe degli angeli e combatte contro le forze del Male, è angelo taumaturgo che guarisce da ogni malattia ma anche angelo misericordioso che accoglie le anime dopo il trapasso, patrono delle acque, abitatore dei luoghi alti e delle caverne.






Il nome Michele deriva dall'espressione "Mi-ka-El" che significa "chi è come Dio". L'arcangelo è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana.
Michele è citato nella Bibbia ebraica come primo dei principi e custode del popolo d'Israele.
Secondo la liturgia cristiana, Michele è l'angelo che rivelò l'Apocalisse a San Giovanni e in numerosi testi apocrifi è scritto che detiene le chiavi del Paradiso, che insegnò ad Adamo a coltivare la terra, che dettò ai figli di Adamo ed Eva i doveri rituali verso i defunti e che portò a Dio la terra e l'acqua necessarie a creare Adamo. In altri ancora si narra che fu lui a rimuovere la pietra del sepolcro di Gesù e che accompagnò la Vergine in un viaggio infernale per mostrarle le pene a cui sono sottoposti i dannati.

 




L'immagine di Michele Arcangelo sia per il culto che per l'iconografia dipende dai passi dell'Apocalisse ed è comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o la lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago. 

A volte ha in mano una bilancia con cui pesa le anime, particolare che deriva dalla tradizione islamica, derivante a sua volta dalla mitologia egizia e persiana.







L'iconografia bizantina predilige l'immagine dell'arcangelo in abiti di dignitario di corte rispetto a quella del guerriero che combatte il demonio o pesa le anime, più adottata invece in Occidente.








Secondo vari studiosi, San Michele e San Giorgio sono eredi dell'immagine dell'eroe radioso che uccide un drago, parte della fase solare del mito della creazione il cui prototipo fu il dio babilonese Marduk.


L'origine del culto cristiano degli angeli è da ricercarsi in Frigia, l'odierna Turchia, nella città di Chonae dove vivevano molti cristiani ed ebrei-cristiani. Da lì la venerazione per l'arcangelo Michele si diffuse in tutta l'Asia Minore, poi da Bisanzio all'Italia e successivamente al nord Europa.

L'imperatore Costantino I a partire dal 313 gli tributò una particolare devozione fino a dedicargli il Micheleion, un imponente santuario fatto costruire a Costantinopoli.
 La prima basilica dedicata all'arcangelo in Occidente è quella che sorgeva su un'altura al VII miglio della via Salaria. Il giorno della sua dedica, il 29 settembre, è rimasto fino ad oggi quello in cui il mondo cattolico festeggia "San Michele".


Alla fine del V secolo il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa anche in seguito all'apparizione dell'arcangelo al vescovo san Lorenzo Maiorano sul Gargano in Puglia nel 490. Secondo la tradizione Michele indicò a Maiorano una grotta, invitandolo a dedicarla al culto cristiano. In quel luogo fu eretto il Santuario di san Michele Arcangelo che nel Medioevo fu meta di ininterrotti flussi di pellegrini che transitavano per un percorso di purificazione lungo la Via Francigena.




Nella vita di Papa Gregorio I riportata dalla Leggenda aurea , si narra che durante una tremenda pestilenza, al termine di una processione intorno alla città di Roma, Gregorio vide apparire su Castel Sant'Angelo San Michele che deponeva la spada nel fodero, segno che le preghiere erano state accolte e che la terribile epidemia sarebbe cessata.





Altro luogo di venerazione dell'arcangelo Michele è l'isolotto francese di Mont Saint-Michel. Qui, secondo la leggenda, l'arcangelo Michele apparve nel 709 a sant'Uberto, vescovo di Avranches, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia. Il vescovo ignorò tuttavia per due volte la richiesta, finchè san Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco  del suo dito (che caratterino!!!), lasciandolo tuttavia in vita.
 




Molto caro ai Russi, san Michele è oggetto di molte icone. Un monastero del XII secolo a lui dedicato, costruito sulla foce della Dvina, ha dato il nome alla città di Arcangelo, nel nord della Russia.





Giovanna d'Arco identificò nell'Arcangelo Michele una delle Voci che la ispirarono e la prima che le si presentò.







  
San Michele viene invocato per la buona morte perchè faccia entrare le anime in Paradiso ed è il protettore della Sinagoga e della Chiesa cristiana, dei paracadutisti, commercianti, maestri d'arme, poliziotti, merciai, speziali, fabbricanti di bilance e schermitori.

E' curiosa la storia di Cerveteri. Si racconta che l'8 maggio dell'842 i Saraceni, attratti da Cerveteri, tentarono un'incursione, ma dopo aver fatto pochi metri furono gradualmente avvolti da una fittissima nebbia. I Saraceni comunque non si arrestavano, poichè erano guidati dal suono della campana che avvisava i cittadini del pericolo. Ad un certo punto però le campane si fermarono improvvisamente, lasciando sbigottito lo stesso campanaro, e così i Saraceni furono costretti a tornare alle loro navi, avendo perso l'ultima speranza di orientamento. Non vi furono dubbi sulla causa: il massimo difensore della fede non aveva permesso che venisse profanato un luogo a lui caro, dato che lasciò anche le sue impronte sulla campana.
























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