venerdì 19 giugno 2015

Alla scoperta della Bulgaria - 3

Lunedì è prevista la visita di Plovdiv, una città molto interessante, come dice spesso la nostra guida.
La città è da sempre un punto di riferimento di diverse culture per le sue millenarie e articolate vicende storiche. 
Già capitale dei Traci, nel 341 a.C. fu presa da Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, che la ribattezzò Filippopoli.
Il territorio su cui sorge Plovdiv comprende sei colli di sienite,una roccia magmatica intrusiva di composizione analoga ai graniti.
Fino all'inizio del XX secolo i colli erano sette, ma il più piccolo fu distrutto, il che rende inverosimile la leggenda secondo cui furono i Romani ad eliminarlo per non avere una nuova città che potesse competere in bellezza con Roma e i suoi sette colli.
Filippopoli fu conquistata dai Romani nel 46 d. C.; Traiano la restaurò e Marco Aurelio la fece capitale della Tracia romana fino al Danubio. Cinse di mura i tre colli centrali e da questi denominò la citta Trimontium, devenuta ben presto splendida e importante tanto da battere moneta.
Il foro era il centro politico, economico e culturale della città e il teatro era in grado di accogliere da 5.000 a 7.000 spettatori.





In città sono numerose le testimonianze del periodo di dominazione romana e si notano molti cantieri aperti allo scopo di portare alla luce nuovi reperti.




Nel centro storico si possono ammirare molti edifici costruiti nello stile noto come Rinascimento Bulgaro di inizio '800, ben conservati non solo nell'aspetto esteriore ma anche negli arredi interni e nei giardini.
















Sotto i portici e dentro i cortili, numerosi affreschi raccontano la storia e la tradizione religiosa e profana di questo popolo.






Nella città moderna, ai piedi della collina, una lunga passeggiata pedonale, su cui si affacciano eleganti edifici in tinta pastello, ristoranti, negozi e fast food , ripercorre il tracciato della pista dove si svolgevano in epoca romana i giochi atletici e le corse dei carri.





Prima di rientrare a Sofia c'è tempo per visitare il monastero di Backovo.

 

 Per importanza storica e valore artistico, il monastero di Backovo, fondato nel 1083, è secondo solo a quello di Rila.
Al centro del complesso monastico si trovano due chiese, unite fra loro: la prima , più piccola , eretta nel XII secolo è dedicata agli Arcangeli Gabriele e Raffaele; la più grande  dedicata alla Vergine, fu costruita nel 1604.









 
 


Tra le mura del monastero sono custoditi affreschi del Trecento,tra i più alti esempi di arte bizantina.







 
 

In questo luogo di pace e silenzio sembra davvero che tutti i rumori del mondo siano fuggiti altrove.
E non possiamo lasciare Backovo senza aver fatto cenno alla leggenda del "fiore dell'amore".




Il suo nome scientifico è Haberlea Rhodopensis. Si tratta di una specie rara che cresce solo sui Monti Rodopi, che segnano il confine tra Bulgaria e Grecia.
La sue caratteristiche principali sono la grande capacità di adattarsi alle condizioni climatiche più avverse, in particolare alla siccità, e di riprendere vigore in tempi rapidi una volta ripristinato l'equilibrio.
E' come se non volesse morire mai, per questo la chiamano il fiore dell'amore, o fiore di Orfeo, perchè è eterno come l'amore di Orfeo per Euridice.
Orfeo infatti era figlio del re di Tracia ed è fra questi monti e questi boschi che la leggenda del suo infelice amore vive in eterno e se ascoltiamo il canto del vento con attenzione, chissà, forse ci porterà il suono della sua lira...




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