giovedì 31 marzo 2016

Lina Schwarz


In questi giorni sto ricamando una copertina per Aurora, che in autunno andrà alla scuola materna. Il soggetto che ho scelto è una delle filastrocche più famose, quella che mi sono sentita cantare da bambina e che ho a mia volta recitato a mio figlio e alle nipotine:






 E allora mi sono chiesta: chi avrà scritto queste rime così semplici e così carine? Le ha scritte Lina Schwarz, un nome che avevo letto e riletto negli anni delle elementari sui libri di lettura.





Lina Schwarz, detta Zia Lina, nacque a Verona nel 1876, si trasferì ben presto a Milano dove visse fino al 1943, quando la guerra e i bombardamenti la portarono ad Arcisate (Varese) e poi di lì in Svizzera  per sfuggire alle persecuzioni contro gli ebrei. Tornata ad Arcisate vi morì nel 1947. I dizionari biografici la ricordano soprattutto per il suo impegno sociale, per essere stata la traduttrice delle opere del filosofo e pedagogista teosofo Rudolf Steiner e per aver fondato insieme a Lavinia Mondolfo la scuola steineriana di Milano. 
 La sua intelligenza e lo straordinario amore per gli uomini e i problemi della convivenza umana la portarono a formarsi una profonda conoscenza filosofica e spirituale e ad occuparsi attivamente di problemi sociali. Nel frattempo sbocciavano come fiori improvvisi sul suo cammino le famose poesie che hanno accompagnato generazioni di bambini in ogni momento della loro vita. Delicate e spiritose, ottimiste e talvolta malinconiche, le sue poesie hanno raggiunto un numero tale di lettori da diventare, in alcuni casi, dei piccoli classici e addirittura da venire citate come di origine popolare, già da quando viveva l’autrice e anche oggi in diverse raccolte di filastrocche.
Di questo l’autrice, notissima poetessa per bambini era particolarmente orgogliosa.




«Cattivo! è stato lui!»
«Cattiva è stata lei!»
«Voleva i miei giocattoli!..
«E lei voleva i miei!»
«Mi ha rotto la mia bambola,
mi ha dato un pizzicotto!.»
«E il mio cavallo a dondolo
ha il naso tutto rotto».
La mamma seria giudica:
«La colpa bimbi miei
fra due che si bisticciano,
l’han sempre lui e lei.
Quindi in cantuccio subito
dovete entrambi andate
E d’ora in poi pensateci
prima di litigare».








Bolli bolli pentolino,
fa la pappa al mio bambino;
la rimescola la mamma
mentre il bimbo fa la nanna;
fa la nanna gioia mia
o la pappa scappa via.

Guarda guarda, un cane che scappa!
S'è portato via la pappa.
Via la pappa del bambino
per portar la al cagnolino!
Cagnolin, tutto contento,
se la mangia in un momento.
Se la mangia e fa bu bu,
e la pappa non c'è più!








Gigi cerca il suo berretto.
Dove mai l'avrà ficcato?
Nei cantucci, sotto il letto
va a frugar tutto affannato.
Cerca, sbuffa, smania, pesta....
Poi s'accorge che l'ha in testa






Lucciola, lucciola, quale fortuna
portar nel corpo lume di luna,
che nella tenebra splende e rischiara…
come ti invidio, lucciola cara!”
“Bimbo, bimbetto, l’uomo se vuole
porta nel corpo luce di sole
luce che irradia vita e calore…
prova ad accenderla, tu, nel tuo cuore!






“… luna che guardi luna che sai
luna che non tradisci mai,
dammi la corda che mai non s’allenta
dammi la forza che tenta e ritenta,
dammi la chiave che schiude il mistero,
portami là dove germina il vero.”







 

mercoledì 30 marzo 2016

Chi cerca trova

Lo so, l'ho ripetuto un sacco di volte, ma continuerò a dirlo : la felicità è nelle piccole cose e tocca a noi trovarla. Del resto, se aspettiamo che sia lei a venirci a cercare corriamo il rischio di aspettare all'infinito e rimanere eternamente insoddisfatti.
E tanto per non parlare di aria fritta e per restare in linea con gli onnipresenti dispensatori di cucina facile, presenterò, a puro titolo esemplificativo,una ricetta veloce, di quelle che si possono preparare con quello che c'è in casa.

Quando Fabio, mio figlio, ha visto lo stato di estremo degrado in cui si trovavano i miei guanti da giardino, ha deciso di regalarmene un nuovo paio (in realtà me ne ha regalati tre paia perché non ha geneticamente il senso della misura): mai avuto guanti da giardino così belli in vita mia!!
Il primo pensiero è stato quello di preparare per loro una custodia adeguata. Se avessi dovuto mettermi ai fornelli, avrei aperto il frigorifero per vedere quel che c'era, ma nel caso specifico mi è sembrato più opportuno cercare nelle scatole del cucito dove ho trovato, insieme ai soliti ritagli di tessuto, fili da ricamo e pertinenti attrezzi del mestiere, uno schema a puntocroce che Dindi mi aveva mandato qualche settimana prima.




 Carino, vero? Ricuperata la solita tela di lino mi sono messa al lavoro e in un paio di serate e con le dovute modifiche ho trasferito lo schema sul tessuto. L'idea era quella di preparare un sacchetto per i guanti nuovi.

 


 Piccolo suggerimento : per dare un valore aggiunto alla ricetta, suggerisco di metterci, se disponibile, un pizzico di qualcosa di usato e/o affettivamente rilevante. A questo proposito io ho utilizzato un telo di morbida lanetta rossa, residuo della copertina di una vecchia culla, ideale per foderare il sacchetto e sicuramente apprezzato dai suoi  inquilini.A questo punto si rendeva necessario l'intervento di una macchina da cucire. Nessun problema : mia sorella Annamì non spera altro che qualcuno le chieda di accendere i motori. In pochi minuti il sacchetto era pronto .



Tutto qui ?!?  Tutto qui : il lavoretto è semplice, di facile esecuzione e probabilmente di modesta utilità, una piccola cosa insomma, ma dentro c'è l'affetto di chi mi ha regalato i guanti, mi ha mandato lo schema e rifinito il lavoro, il piacere di ricercare, immaginare e crocettare e l'opportunità di ricordare tutto questo quando mi prenderò cura del mon pétit jardin.
Vi sembra ancora poca roba?








martedì 29 marzo 2016

a tutto colore

Mi vesto quasi sempre di scuro e con non più di due colori addosso. Sto bene così, ma non è detto che io non ami i colori brillanti! Anzi li adoro!!